L’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale è un aumento temporaneo della retribuzione dei dipendenti pubblici, basato sul 6,7% dell’indennità stessa, che verrà erogato tra novembre e dicembre 2023. Questo anticipo non è un pagamento retroattivo, ma un prestito sul futuro rinnovo contrattuale. Pertanto, chi andrà in pensione prima del 31 dicembre 2023 non ne beneficerà, mentre chi andrà in pensione nel 2024 dovrà restituirlo una volta in pensione. L’anticipo ha anche degli effetti negativi sulle imposte e sul cuneo fiscale. Infatti, aumentando l’imponibile IRPEF, i dipendenti si troveranno a pagare addizionali regionali e comunali maggiori nel 2024, e perderanno il diritto al taglio del cuneo fiscale a gennaio 2024. Inoltre, l’anticipo dovrà essere scomputato dagli aumenti che verranno dal rinnovo del contratto scuola, che sono previsti per il 2025. Questo significa che i dipendenti pubblici riceveranno un aumento mensile medio di soli 85 euro, a cui dovranno sottrarre i 300 euro già erogati in anticipo.
Di seguito la tabella in applicazione del Decreto Legge n.145 del 18 ottobre 2023 che prevede, in via eccezionale, l’emolumento della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (indennità di vacanza contrattuale), nel mese di dicembre 2023, incrementato, a valere sul 2024, di un importo pari a 6,7 volte il relativo valore annuale attualmente erogato. Quanto finanziato verrà riassorbito nel rinnovo contrattuale 2022/2024.